Negli ultimi anni si è accentuato notevolmente, diventando un problema sociale e di pubblica sicurezza, la questione dei migranti che attraversano il Mediterraneo per approdare in Italia sulle nostre coste viste oramai non solo come punto di arrivo ma anche come passaggio verso il nord Europa. Il fenomeno dei migranti verso l’Europa assume le caratteristiche non solo di un’occupazione di vuoti di posti di lavoro ma anche di un’occupazione di una società oramai priva di ideali e di etica. Non dimentichiamoci la disillusione del Santo Giovanni Paolo II all’indomani del rifiuto da parte dell’Unione Europea di considerare come elemento fondativo dell’Europa “le comuni radici giudaico-cristiane”. Il fenomeno della migrazione dai paesi del Maghreb e dal Medio Oriente è dovuto non solo alla reale esigenza di scappare dalla guerra e dalla miseria ma anche dalla necessità di riempire i vuoti di una società Europea sempre più razionalista e areligiosa. D’altra parte io mi chiedo come possa aversi un’integrazione con i popoli dell’Unione Europea quando la maggior parte dei migranti proviene da una cultura il cui elemento fondativo fortemente radicato nelle leggi statali è quello della stretta osservanza religiosa che se è ammissibile in un libero convincimento religioso non può esserlo nell’organizzazione statuale in cui molti di questi migranti non credono. E’ possibile applicare anche con riferimento ai migranti musulmani l’aforisma “libera Chiesa in libero Stato” come “libera Moschea in libero Stato”?