“Santo vive”, la testimonianza della madre del giovane ucciso al liceo Amaldi

Da CasertaNews –  Sabato mattina l’Istituto Amaldi-Nevio di Santa Maria Capua Vetere ha ospitato un evento importante. Speciale e significativa la testimonianza – si legge sulle pagine social dell’istituto – di Filomena De Mare, la madre di Santo Romano, il giovane drammaticamente ucciso nella notte tra l’1 e il 2 novembre 2024 con un colpo di pistola, mentre cercava di placare una lite tra due gruppi di ragazzi a San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli.

 La testimonianza della mamma di Santo

De Mare è stata accolta dalla Dirigente Scolastica Rosaria Bernabei, che ha sottolineato l’importanza dell’impegno della scuola come comunità educante per arginare le forme di violenza e di disagio che dilagano tra i giovani della società odierna, e da Angela Spina, organizzatrice dell’evento. Alle parole toccanti della mamma di Santo sono seguiti gli interventi dell’Assessore Annamaria Ferriero e degli Avvocati Spina e Giuseppe Simeone, quest’ultimo anche portavoce della Fondazione “A voce de’ creature” da sempre in prima linea nella lotta alla criminalità e al malaffare.

L’incontro ha coinvolto con grande partecipazione ed entusiasmo tutti i ragazzi delle classi quinte della sede Amaldi e una folta rappresentanza delle classi quinte della sede Nevio, che hanno ascoltato con attenzione e commozione la testimonianza coraggiosa della madre di Santo e certamente non dimenticheranno questo momento di riflessione comune e condivisa sul valore della vita e sull’importanza di contrastare la violenza.

 La parole di Giuseppe Simeone della fondazione “A’ Voce d’e creature”

A rappresentare la fondazione di recupero minorile e il presidente don Luigi Merola l’avvocato Giuseppe Simeone, segretario del sacerdote napoletano e responsabile della comunicazione della fondazione. “Vi porto i saluti del nostro presidente don Luigi – ha detto l’avvocato – e oggi sono qui per testimoniare quanto la nostra struttura di recupero minorile fa per tanti bambini del quartiere. Ragazzi la “malavita” non porta nessun buon frutto, lo dice la stessa parola e poi oggi abbiamo bisogno di buoni esempi e non di fiction che non rappresentano in nessun modo la realtà. Quando un ragazzo muore abbiamo fallito tutti, nessuno escluso”. L’avvocato ha raccontato agli studenti la vita blindata di don Luigi, degli anni di permanenza nel quartiere napoletano di Forcella e dei laboratori con cui, ogni giorno, tengono lontano dalla strada i bambini e li sottraggono alla criminalità organizzata.

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