Tutte le leggi sono ad personam senza esclusioni di parti politiche a meno che non si parli del Partito Democratico e del classico modo di agire dello stesso a seconda dell’argomento di cui si tratta o per meglio dire del soggetto politico oggetto della discussione. Ad intervenire è Giuseppe Simeone (FI) che spiega: come per il condannato Sindaco di Napoli Luigi De Magistris anche per Vincenzo De Luca, vincente alle primarie del PD, è stato adottato lo stesso peso e la stessa misura in quanto si è parlato di incostituzionalità della legge Severino e i giudici amministrativi, come hanno fatto per De Magistris, hanno annullato la sospensione reintegrandolo sullo scranno più alto del Comune. Oggi lo stesso De Luca è il prossimo candidato alla Presidenza della Regione Campania alla guida di tutti quelli che gridavano allo scandalo e all’indignazione quando si proponeva il rinvio alla Consulta affinché verificasse la legittimità della legge Severino, quando oggetto della discussione era l’allora senatore Silvio Berlusconi. Inoltre mentre all’epoca dei fatti che riguardavano il nostro Presidente Berlusconi e l’imprescindibile questione Italiana della sua decadenza, fu fatto ferro e fuoco in commissione oggi invece pare non esserci fretta e gli stessi esponenti condannati non solo vengono rimessi al loro posto ma addirittura si risvegliano dai lori torpori parlando di incostituzionalità o peggio ancora di pasticcio legislativo. Ancora, sui commenti e libertà di espressione da parte di esponenti di destra si gridava allo scandalo e alla vergogna, sulle parole dello stesso De Luca e De Magistris, magistrato, tutto è passato quasi in sordina. Chissà quanto l’attuale piddino e Ministro della Giustizia Orlando – conclude Simeone – possa riuscire a trattenere questa situazione e salvaguardare politicamente i compagni che oggi da condannati sono chiamati a concorrere nelle Istituzioni.