- 24 febbraio Istituto Mazzocchi
- 27 febbraio Istituto L. da Vinci
- 3 marzo Istituto Principe di Piemonte
- 8 marzo Istituto Righi-Nervi-Solimena
- 15 marzo Istituto Uccella
- 20 marzo Istituto Amaldi-Nevio
Autore: Giuseppe Simeone
Colorare fa bene al cuore
“Colorare fa bene al cuore” è un progetto sociale ideato da Giuseppe Simeone. L’idea vuole essere semplice, utile e importante. Il mondo in cui viviamo è pieno di splendidi colori. Pensiamo ai colori del mare, dei fiori, degli animali, del tramonto e dei nostri occhi. Colorare è un’attività manuale fondamentale che aiuta a crescere ed è molto importante nell’educazione di bambini e bambine nonché di ragazzi e ragazze. Colorando i disegni di questo libro potranno stimolare la loro intelligenza, esprimersi, divertirsi, giocare e allo stesso tempo imparare a conoscere i colori della natura e di ciò che li circonda. Coloriamo insieme!
Le copie di questo libro sono state stampate anche grazie al prezioso contributo di persone che hanno aderito ad una raccolta fondi organizzata dall’autore. L’idea progettuale “Colorare fa bene al cuore” prevede che questa pubblicazione sia donata a tanti bambini e bambine nonché ragazzi e ragazze.
Giuseppe Simeone è nato a Caserta nel 1981. Avvocato e giornalista, compie gli studi tra la sua città di origine Santa Maria Capua Vetere e Roma. Laureato in giurisprudenza presso la Seconda Università degli Studi di Napoli, iscritto all’ordine degli avvocati di Santa Maria Capua Vetere, svolge l’attività di libero professionista. È iscritto all’ordine dei giornalisti pubblicisti della Campania. Si occupa principalmente di temi di attualità, fede, politica e legalità. Ha frequentato presso la Facoltà di Scienze Sociali della Pontificia Università Gregoriana i corsi di Dottrina Sociale della Chiesa, Media Management, Cattolici e Politica. Da sempre è impegnato in attività sociali e di volontariato dedicandosi con particolare attenzione ad attività educative con i minori e non, sia nel mondo scolastico ed universitario che nel mondo del terzo settore.
Lettera al direttore di Avvenire Marco Tarquinio – 56ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali
I doveri (specie davanti alla guerra) di chi informa e fa comunicazione
Caro direttore,
domenica 29 maggio è stata celebrata la 56ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali sul tema «Ascoltare con le orecchie del cuore». Lo scorso anno si era invece riflettuto sulla necessità di «andare e vedere». Come ricorda spesso papa Francesco, abbiamo sempre bisogno del cuore, abbiamo bisogno di più cuore, abbiamo bisogno di comunicare con il giusto tempo le storie che decidiamo di raccontare. Sia come comunicatori professionisti sia come comunicatori che svolgono in altri settori il proprio servizio, come nel mio caso. E abbiamo la responsabilità e il dovere di resistere ai tempi moderni che “impongono” ritmi frenetici che non danno qualità all’informazione. Dietro le parole e le battute scritte sul taccuino e sul computer ci sono delle persone. Che cosa ne pensa?
Giuseppe Simeone, avvocato Santa Maria Capua Vetere (Ce)
Mi fa piacere che sia un avvocato come lei, caro amico, cioè una persona che per mestiere rappresenta altre persone, a richiamare il principale dovere di chi fa comunicazione e, in diversi modi, informa: ricordarsi che ogni parola che usiamo tocca, motiva o ferisce uomini e donne in carne e ossa. A volte toccandone anche soltanto una (in realtà quasi mai siamo appena “uno”: ognuno di noi è pure le relazioni che intesse con gli altri). Altre volte, infinite di più, toccandone molte, e persino moltissime. È quanto stiamo sperimentando in questi mesi nella comunicazione e nell’informazione sulla terribile fase della guerra d’Ucraina aperta dell’invasione russa: prevalgono purtroppo, con un’intensità impressionante e un quasi unanimismo senza precedenti nel sistema politico-mediatico del nostro Paese, le parole di guerra, che seminano sempre più guerra e pretendono di usare addirittura ragione e cuore per giustificare il massacro d’umanità che è ogni guerra. Non ci si può rassegnare a questo. E su queste pagine di certo non ci rassegniamo.
No Profit ospiti Don Luigi Merola e Giuseppe Simeone: “L’obiettivo della fondazione è togliere i bambini dalla strada”
Da MinformoTV – Negli studi di Minformotv si è tenuto NoProfit, il format ideato per dare spazio e voce al terzo settore condotto da Monica Ippolito. Gli ospiti in studio Don Luigi Merola e l’avvocato Giuseppe Simeone, rispettivamente presidente e responsabile della comunicazione della Fondazione A voce d’e creature.
La trasmissione inizia con Merola che afferma “La mia fondazione è nata dopo la morte di Annalisa Durante con l’obiettivo di rifondare il quartiere di Forcella. In Italia non esiste la continuità.”
Dopo l’avvocato Simeone sostiene “Il principale obiettivo della fondazione consiste nel togliere i bambini dalla strada. Don Luigi è la nostra guida”
In seguito Merola ribadisce “Il prete è un pescatore di uomini e si deve rendere conto di come va il mondo: le parrocchie devono essere luoghi aperti a tutte le ore. Dobbiamo rifondare la scuola : i professori devono sintonizzarsi con gli studenti.”
Al termine della prima parte Don Luigi Merola afferma “Quando mi hanno messo la scorta, ho sofferto molto: poi però siamo diventati una famiglia. La paura va controllata, adesso i miei bambini mi danno il coraggio di combattere.”
Nella seconda parte della trasmissione Merola sostiene ” Per dare nuove speranze alle persone, bisognerebbe trasformare i diversi beni confiscati in luoghi di attrazione.“
Al termine della trasmissione Simeone afferma “Attraverso il calcio e lo sport, i bambini imparano le regole, a stare insieme e a fare squadra.”
Per vedere la puntata clicca al seguente link:
Partita la campagna nelle scuole contro il bullismo
Da CasertaNews – Nove incontri, sette Istituti scolastici, oltre mille alunni coinvolti: è partita lunedì l’importante campagna di sensibilizzazione su temi quali bullismo e cyberbullismo organizzata dall’amministrazione comunale di Santa Maria Capua Vetere con l’assessore Edda De Iasio, con la collaborazione di Oscar Bobbio e Giuseppe Simeone e i numerosi partner che già si sono resi protagonisti dell’eccellente protocollo di intesa “Educazione alla Legalità” partito nel 2017 e che, lo scorso settembre, durante la presentazione del libro “I diecimila volti della legalità”, è stato riconosciuto quale progetto pilota di livello nazionale.
Insieme ai Magistrati del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, al Centro Diurno Polifunzionale del Dipartimento di Giustizia minorile, al Commissariato di Polizia, alla Compagnia Carabinieri, alla Polizia Postale di Caserta e al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Vanvitelli, si porterà a conoscenza dei giovani studenti il delicato fenomeno del bullismo partendo dalla centralità della scuola quale luogo fondamentale di apprendimento di tutti gli aspetti che accompagnano la crescita e l’evoluzione degli alunni.
https://www.casertanews.it/formazione/scuola/incontri-polizia-bullismo.html
Napoli, al via il torneo per la legalità A’ voce d”e creature: «Solo facendo rete possiamo vincere la camorra»
Da Il Mattino – Lo spirito di aggregazione, di partecipazione, la disciplina, il rispetto delle regole, la lealtà, sono le colonne portanti dello sport. Ma lo sport non è solo questo. A volte può anche salvare delle vite, può aprire una strada alternativa soprattutto a quei giovani catapultati in realtà critiche e rischiose dal punto di vista socioculturale. Così la Fondazione a’ Voce d’e Creature dà vita a un mini torneo di calcetto incentrato sui valori dello sport per contrastare la devianza minorile. I poliziotti e la Dia – sezione magistrati – sono stati i primi a scendere nel campetto dell’Arenaccia – un campo di calcio che era stato confiscato alla camorra – per dare ufficialmente il via al torneo della legalità organizzato dal presidente della fondazione, don Luigi Merola, e che coinvolge centinaia di minori a rischio della città di Napoli.
«L’obiettivo è quello di contrastare le baby gang – commenta don Luigi Merola – Attraverso questo campo vogliamo aggregare tutti i ragazzi del centro storico, le parrocchie, le scuole e le varie associazioni, perché solo facendo rete possiamo vincere».
Una battaglia contro la criminalità organizzata che può essere vinta solo creando una forte sinergia tra Stato, Istituzioni, chiesa e terzo settore. «È molto importante che l’associazionismo virtuoso sposi la sua opera con quella delle istituzioni – commenta Luigi Riello, procuratore generale della Corte d’Appello di Napoli – e che istituzioni e l’associazionismo dialoghino» tra loro per capire in che modo si sta operando. «Oggi insieme a don Merola mettiamo le fondamenta per sottrarre questi ragazzi dal nulla, dal deserto dei valori, per far sì che pian piano vengano restituiti alla società civile, all’educazione e alla scuola», e affinché ritrovino «una dignità negata da zone estremamente degradate».
In campo sono scese anche le squadre dell’Arma dei carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato e Polizia locale, che affiancheranno i giovani durante il torneo che durerà per tutta l’estate 2022. «La nostra presenza qui vuole trasmettere unità perché per vincere su questi territori bisogna essere uniti e fare rete», evidenzia Enrico Scandone, comandante provinciale dei carabinieri di Napoli, sottolineando come ognuno debba fare la sua parte per raggiungere un unico obiettivo comune: «Dare a questi giovani un’opportunità» per renderli consapevoli che la realtà che conoscono non è l’unica realtà possibile. Un’iniziativa, improntata sulla legalità, che vuole dare fiducia ai ragazzi. Giovani che si ritrovano a fare un gioco di squadra in una struttura che era stata confiscata e questo «significa ridare vita a qualcosa che prima era appartenuta a persone che stiamo cercando di allontanare dalla società civile», sottolinea il prefetto di Napoli, Claudio Palomba.
https://www.ilmattino.it/napoli/cronaca/napoli_torneo_a_voce_d_creature_contro_camorra-6654460.html
I diecimila volti della legalità. Santa Maria Capua Vetere come modello di cooperazione istituzionale
Il presente volume è frutto delle esperienze e delle competenze agite nel periodo 2017-2021 in attuazione del Protocollo d’Intesa “Educazione alla Legalità” firmato il 3 luglio 2017 dal Comune di Santa Maria Capua Vetere con le Istituzioni pubbliche, religiose, laiche e le Direzioni degli istituti scolastici presenti sul territorio comunale.
‘I diecimila volti della legalità’, l’esperienza di chi guarda al domani
Il progetto denominato Protocollo d’Intesa “Educazione alla Legalità” che ha coinvolto oltre diecimila tra studenti e docenti è un’alleanza educativa che può essere un esempio di cooperazione istituzionale per altri territori. Un modo anche per rafforzare e potenziare la collaborazione fra il sistema istituzionale e il mondo della scuola, costruendo così una rete di supporto per educare alla legalità.
Il seme piantato nel Duomo di Santa Maria Capua Vetere il 27 gennaio 2017, in cui si è svolto il primo incontro, è germogliato. La pubblicazione di questo volume non rappresenta un punto di arrivo ma un punto di riflessione comune per una nuova ripartenza. Il libro è il frutto delle esperienze vissute da una comunità di persone che hanno deciso di sedersi attorno ad un tavolo ed impegnarsi insieme, condividendo un percorso di formazione costante: dalle mafie al cyberbullismo, dalle sfide lanciate dal Sinodo dei giovani alla violenza di genere fino alle dipendenze dai videogiochi, dall’alcol alle droghe, il gioco d’azzardo come la custodia del Creato e la Lettera Enciclica Laudato si’.
Da segnalare in questo impegno anche lo spettacolo teatrale “Epochè” con magistrati, polizia penitenziaria e detenuti sul palco del teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere. Un viaggio musicale che attraverso le opere di vari musicisti ha raccontato cosa significa l’esperienza carceraria, invitando gli spettatori a sospendere il proprio giudizio (nella filosofia greca il termine epochè stava ad indicare la sospensione) e quindi a non affrettarsi a giudicare chi porta con sé il marchio del carcere. Particolarmente significativi, come raccontato nel libro, gli incontri degli studenti sia con l’arcivescovo di Capua, monsignor Salvatore Visco nella Giornata nazionale della memoria in ricordo delle vittime innocenti delle mafie ma anche con Papa Francesco, in occasione dell’udienza generale del 6 dicembre 2017, quando ha salutato i pellegrini e tutti coloro che hanno aderito al progetto di formazione alla legalità.
https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2021-10/libro-legalita-italia-campania.html
Un campo di calcio al posto dello zoo abusivo del boss Brancaccio
Da Napoli Today – Fino a pochi anni fa, in via Piazzolla, c’era lo zoo abusivo del boss Raffaele Brancaccio, con tanto di leone in gabbia. Oggi, la villa del capoclan è la sede dell’associazione “A voce de creature” di don Luigi Merola e al posto dello zoo è sorto un campo di calcetto per i ragazzi dell’Arenaccia.
Realizzato con il contributo di Unicredit e Adler, il campo sportivo è stato inaugurato dal vescovo di Napoli Mimmo Battaglia e dall’attrice Serena Autieri. Battaglia, parlando ai ragazzi dell’associazione, ha citato la canzone di De Gregori ‘La leva calcistica del ’68’: “Nino non aver paura di battere i calci di rigore perché non è da questi particolari che giudica un giocatore”. Per don Merola una giornata speciale: “Questa struttura ci permetterà di salvare tanti ragazzi dalla strada e offre loro uno spazio per giocare in un quartiere che non ne offre”. Particolarmente emozionata anche Serena Autieri: “Ho conosciuto don Luigi quando è venuto ospite in trasmissione e da lì ho apprezzato tutto quello che fa per i minori di Napoli e per il loro futuro”.
Il vescovo si è rivolto direttamente ai ragazzi: “I bambini sono innocenti e hanno il diritto di vivere una vita serena, con libertà e dignità. Ed è questo il senso di questo progetto di cui dobbiamo prenderci cura”.
https://www.napolitoday.it/cronaca/campo-calcio-bene-confiscato-camorra-mimmo-battaglia.html
Lettera al direttore di Avvenire Marco Tarquinio – 55esima giornata mondiale delle comunicazioni sociali
Anche nella Chiesa la «comunicazione» non è affatto un lusso superfluo.
Gentile direttore,
tra qualche giorno, domenica 16 maggio, celebriamo la 55esima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. Il campo delle comunicazioni sociali viene ancora oggi relegato, in alcuni casi, a un ruolo di secondo piano come se la Chiesa dovesse occuparsi solo della liturgia, della catechesi o della carità, mentre la comunicazione è considerata un semplice “mezzo” di cui qualcuno si fa carico più per passione personale che per una effettiva considerazione teologica e pastorale. Cosa pensa al riguardo?
Giuseppe Simeone
E che cosa vuole che ne pensi un giornalista, caro avvocato Simeone? Ma la realtà, al di là delle battute, è che nella vita della Chiesa “tutto si tiene”. Non saprei immaginare una comunità credente che non s’incontra e non celebra, che non fa memoria e non trasmette il tesoro della fede, che non compie le opere che quella fede rendono viva e che non annuncia e neppure legge i “segni dei tempi”. Cioè che non comunica e non dialoga, anche attraverso attività mediatiche e informative capaci di parlare a tutti e con tutti di tutto. Penso, insomma, che quando i cristiani perdono, per disinteresse o sottovalutazione, anche solo una di queste dimensioni e di questi impegni davanti a Dio e nella più vasta comunità umana perdono il senso della sequela Christi. Una buona comunicazione e un’informazione ben fatta non sono un lusso superfluo