Le imprese che vantano crediti certi, liquidi ed esigibili nei confronti della Pubblica Amministrazione e vogliono incassarli subito attraverso la cessione alle banche devono presentare la relativa istanza di certificazione entro il prossimo 31 ottobre 2014. La proroga, rispetto al precedente termine del 24 agosto 2014, è contenuta nell’articolo 22, comma 7-bis, lettera a, del Dl Competività (Dl 91/2014) convertito con la legge 116/2014. La possibilità di cedere a una banca o istituto finanziario convenzionato i debiti della PA è stata introdotta con il Dl 66/2014, articolo 37. Riguarda i crediti per forniture, appalti e prestazioni professionali. La cessione avviene con la formula del pro soluto: dal momento in cui l’operazione è effettuata non è più l’impresa, ma la banca, ad essere il creditore della PA. Il credito è assistito da garanzia dello Stato e la pubblica amministrazione può chiedere all’istituto finanziario una sua ridefinizione di termini e condizioni di pagamento, fino a una durata massima di rimborso di cinque anni. Esiste anche la possibilità di un intervento della Cassa Depositi e Prestiti, che consente una ridefinizione del debito nell’arco di 15 anni (le regole sono fissata da apposita convenzione fra Cdp e ABI).
Per accedere a questa possibilità, l’impresa deve certificare il credito utilizzando l’apposita piattaforma messa a disposizione dal ministero delle Finanze. Il credito deve essere stato maturato entro il 31 dicembre 2013 e certificato entro il 31 ottobre 2014. L’operazione di cessione è possibile solo attraverso banche e intermediari autorizzati da apposita convenzione con l’ABI, l’associazione banche italiane, e non è soggetta a imposte. Il tasso di sconto applicato è per legge all’1,90% per importi fino a 50mila euro, all’1,6% per importi superiori. L’operazione viene effettuata utilizzando un contratto conforme al modello previsto dalla convenzione ABI. L’atto di cessione viene notificato alla pubblica amministrazione attraverso piattaforma elettronica e l’ente pubblico ha sette giorni per un eventuale rifiuto (non discrezionale, va motivato da irregolarità). Il ministero continua intanto la sua opera di monitoraggio: allo scorso 24 agosto le istanze di certificazione del credito erano pari a 52.405, per un importo totale pari a 5,7 miliardi. Le operazioni non si sono interrotte nemmeno nella settimana di Ferragosto, che ha registrato 2mila domande), mentre in quella successiva le istanze di certificazione sono state 2.411, per un controvalore di 208 milioni di euro.